Blog - La sostenibilità aziendale alla luce della CSRD

Marzo 4, 2024

In un contesto globale di crescente attenzione verso la sostenibilità, l’Unione Europea ha avviato negli ultimi anni un ambizioso percorso di riforme mirate a posizionarsi in prima linea nella transizione verso un sistema economico-finanziario sostenibile, dimostrando un impegno deciso nel raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.


L’approvazione e la pubblicazione, avvenuta il 16 dicembre 2022 sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE, della Direttiva n. 2022/2464 in materia di rendicontazione societaria di sostenibilità, ovvero la Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD, nel contesto del Green Deal Europeo, rappresentano un passo significativo. La CSRD modifica la precedente NFRD (Non-Financial Reporting Directive) del 2014, imponendo agli Stati membri l’obbligo di recepirla entro 18 mesi dalla sua pubblicazione, trasformando il panorama della comunicazione delle informazioni non finanziarie.


L’obiettivo principale della CSRD è quello di colmare le lacune identificate dalla NFRD, migliorando la trasparenza e fornendo ad investitori, analisti, consumatori e altri stakeholder informazioni chiare e comparabili sulle prestazioni di sostenibilità delle aziende.


A chi si applica la CSRD

La transizione alla conformità con la CSRD avverrà progressivamente a partire dal 2024 e sarà principalmente guidata dall’eredità della NFRD e dalle dimensioni aziendali.



La portata di aziende coinvolte nella compilazione del reporting sulla sostenibilità si estende quindi notevolmente. Secondo le stime dell’UE, il numero di imprese che attualmente elaborano la Dichiarazione Non Finanziaria passerà da 11.700 a circa 50.000, di cui circa 4.000 in Italia.


C’è da considerare che potranno rendicontare le attività svolte in materia di sostenibilità, su base volontaria, anche le PMI non quotate, essendo molte di queste obbligate dai clienti che lo richiedono, secondo logiche di Green Procurement. Va inoltre tenuto conto dell’effetto a catena che sarà generato dal meccanismo per cui le aziende obbligate a rendicontare dovranno raccogliere informazioni da tutta la loro filiera.


Le principali novità introdotte dalla CSRD

  • Doppia Materialità: si richiede alle organizzazioni di riferire sia sull’impatto delle loro attività sulla sostenibilità, sia sull’impatto della sostenibilità sulle loro finanze. Questo approccio mira a offrire una visione completa delle performance aziendali in termini di sostenibilità.
  • La governance di sostenibilità: per elaborare le strategie di sostenibilità e tracciare i progressi sugli obiettivi ESG, le aziende dovranno fornire informazioni dettagliate sul coinvolgimento e le responsabilità degli organi di amministrazione, gestione e controllo riguardo alle tematiche di sostenibilità, evidenziando le loro competenze e capacità. Inoltre, saranno tenute a introdurre forme di incentivazione per i membri della governance, legate al raggiungimento degli obiettivi stessi e a rendicontare i meccanismi di assegnazione di tali incentivi in modo trasparente all’interno dell’informativa.
  • L’applicazione degli aspetti ESG nella catena del valore: Le aziende, nel redigere il report di sostenibilità, dovranno considerare non soltanto le proprie operazioni interne, ma includere anche le informazioni sugli impatti materiali, sui rischi e sulle opportunità connesse all’intera catena del valore risultanti dalle attività di due diligence (come indicato anche nella proposta della nuova direttiva sulla Corporate Sustainability Due Diligence) e dell’analisi di materialità.
  • L’inserimento dei rischi ESG all’interno del modello di gestione dei rischi aziendale: le aziende per rispondere ai mutevoli rischi a cui sono esposte e all’interesse degli investitori verso le implicazioni finanziarie che ne derivano, dovranno considerare anche i rischi legati al clima, alle questioni ambientali, sanitarie e sociali, all’interno del proprio modello di gestione dei rischi.
  • Sostenibilità e strategia aziendale: le imprese dovranno illustrare come integrano la sostenibilità nelle loro strategie e operazioni aziendali. Inoltre, dovranno integrare le informazioni sulla sostenibilità direttamente all’interno della Relazione sulla Gestione anziché presentarle in un documento separato, al fine di favorire una maggiore integrazione tra dati finanziari e quelli di natura non finanziaria.
  • Standard uniformi: al fine di promuovere la comparabilità delle informazioni, le imprese dovranno adottare un unico standard di rendicontazione denominato ESRS (European Sustainability Reporting Standard).
  • Verifica esterna: la direttiva richiede il coinvolgimento di esperti esterni per l’audit e la verifica delle informazioni fornite nei report sulla sostenibilità, al fine di garantire l’affidabilità e l’integrità delle informazioni divulgate.
  • Trasparenza e accessibilità dei report: la CSRD sottolinea l’importanza della trasparenza e dell’accessibilità delle informazioni sui temi della sostenibilità. Le aziende sono infatti tenute a rendere digitali le informazioni presenti nei report.


Standard di reporting ESRS

Il reporting CSRD si basa sui nuovi European Sustainability Reporting Standards (ESRS) emessi dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) per conto della Commissione Europea. Questi standard forniscono un quadro dettagliato rispetto alle informazioni che le aziende sono tenute a comunicare.


Tali informazioni sono suddivise in categorie trasversali, ambientali, sociali e di governance.


Gli standard forniscono informazioni cruciali agli investitori per valutare l’impatto sulla sostenibilità delle società in cui investono. Inoltre, sono sviluppati considerando i contributi dell’International Sustainability Standards Board (ISSB) e della Global Reporting Initiative (GRI), al fine di assicurare un elevato livello di interoperabilità tra gli standard europei e quelli globali e per evitare duplicazioni superflue nei report delle aziende.


Entro il 30 giugno 2024 la direttiva verrà integrata introducendo principi di rendicontazione di sostenibilità proporzionati e pertinenti alle capacità e alle caratteristiche delle piccole e medie imprese e alla portata e alla complessità delle loro attività.



In conclusione

Il 2024 sarà un anno cruciale per le aziende che aspirano a una sostenibilità autentica. L’introduzione della CSRD e degli standard ESRS rappresenta un passo avanti significativo nell’ambito della rendicontazione sulla sostenibilità. Questi non solo forniscono un quadro normativo chiaro e impegnativo per le imprese dell’UE, ma sono un chiaro invito per le aziende a trasformare la visione aziendale, abbracciando la sostenibilità come parte integrante del proprio DNA. Sarà interessante vedere come le aziende accoglieranno questa sfida e l’auspicio è che la sostenibilità diventi sempre più centrale nelle strategie di business.